AMMINISTRARE LA VITA. AMMINISTRARE LA MORTE.



Una città può scegliere di essere una città viva, per il commercio, per le industrie, per le piccole imprese, per i servizi che sa fornire ai propri cittadini; oppure, può essere una città dormitorio, in cui i cittadini non sentono alcuna appartenenza, hanno trovato difficoltà nell'integrarsi, perché lamentano carenze nei servizi.


Vediamoli, questi servizi.

Una città deve poter vantare dei buoni asili, dei buoni asili nido per i genitori che lavorano.

E poi, delle buone scuole.

Servizi adeguati per disabili (a proposito che fine ha fatto la nomina del GARANTE?) e i cittadini della terza età, come si usa dire.

Infine, il decoro della città, l'immagine, la carta d'identità.

Ma una città, oltre che pensare ai vivi, deve sapere, soprattutto, pensare ai morti.


Ogni giorno, le segnalazioni che ci arrivano in redazione, con foto e video, riguardano piccoli e grandi disagi che ogni cittadino si ritrova a vivere.

Ad esempio, alcuni abitanti di via Palo Vecchia, chiedono che vengano potati alcuni alberi che intersecano i propri rami con i cavi elettrici. 



Una piccola questione.

Ma ce ne sono di quelle anche grandi.

Tutti lamentano le condizioni pietose del parco SAN PIO, mai vista tanta trascuratezza ed abbandono.

Poi ci sono i servizi igienici del Mercato Comunale che non vanno.

E poi c'è Porto Torres, ed il quartiere Cecilia, con i loro annosi ed irrisolti problemi.

La lista è lunga.

Le piante, gli alberi, le aiuole pubbliche richiedono regolari innaffiamenti.




Se questo calore piega gli uomini, figuriamoci le piante.


Ma quel che vorremmo maggiormente è che l'Amministrazione si dedichi alle condizioni del Cimitero.

Anche qui, lamentele indignate.

Poca pulizia ed ogni altro tipo di disservizio.

Il precedente ma assai parziale ampliamento non ha diminuito le problematiche che insistono sull'area cimiteriale.

Vegetazione trascurata, un grande disordine per le sepolture, dato l'esiguo numero di loculi.

Visto che si continua a morire, si potrebbe iniziare a pensare seriamente, e con urgenza, ad un ulteriore ampliamento che, superati i vincoli e sanate le tante abitazioni insediatesi in anni ed anni di tacito silenzio urbanistico, si cambi versante e si provveda a predisporre tutti gli strumenti per arrivare ad un nuovo modello di accoglimento dei nostri cari defunti.

È questione di volontà e di visione straordinaria della nostra città.

È vero che bisogna pensare ai vivi... ma anche ai morti.

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